Le scorte di olio sono finite. Prezzi all’ingrosso alle stelle. Perché?
La stampa nazionale non ne parla ma l’evento è epocale.
Vi spieghiamo cosa sta accadendo nel mondo dell’olio
Nella storia moderna delle relazioni commerciali degli oli da olive non si era mai registrato quanto sta accadendo in questo primo semestre 2023: in Europa -che è come dire “in tutto il mondo”- le scorte di olio sono quasi finite e le aziende olearie, dalle più grandi alle più piccole, non sono in grado di garantire le forniture sino alla prossima campagna di produzione.
Procediamo con calma. Cosa è successo.
Per prima fu la guerra in Ucraina. Economia.
Era febbraio 2022, eravamo in fase di ripresa post pandemica (dopo due anni di buio), e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ebbe a scatenare il blocco dell’approvvigionamento di numerosissime materie prime di cui Russia e Ucraina erano preziosi fornitori europei, con rincari pesantissimi.
Dal gas, ai cereali; dalle componenti del vetro, a beni alimentari… l’industria manifatturiera, come quella alimentare mondiali furono messe in ginocchio dalla impennata dei prezzi prima, e carenza poi, di materie prime indispensabili per trasporti, alimentazione energetica, produzioni, forniture, etc.
In un mondo in cui ogni Nazione non basta a sé stessa, la rottura di un anello della catena degli equilibri mondiali ebbe a destabilizzare la capacità dei singoli di continuare a fare la propria parte.
Da qui, ritardi, carenza di forniture e rincaro dei prezzi.
A seguire, fu il meteo in Europa. Agricoltura.
Dopo la siccità estrema dell’estate 2022, l’autunno che ne seguì vide fenomeni meteo estremi in Italia e in tutta Europa. La produzione olearia ‘22/’23 in Italia registrò un calo di circa il 30% e, cosa ancor più grave né immaginabile, in Spagna (principale produttore mondiale di oli da olive) il calo si attestò al 50%.
Le conseguenze di quella carenza di produzione europea le stiamo “vedendo” oggi.
I depositi europei di olio sono quasi completamente esauriti. Non a caso i “grandi” marchi che notoriamente collaborano con la Grande Distribuzione Organizzata, e che erano capaci di proporre a scaffale oli extravergine di oliva di provenienza Unione Europea a prezzi fortemente competitivi, oggi hanno completamente interrotto le forniture.
L’Italia, che da canto suo ha sempre pagato il prezzo di non essere “preferita” sia a scaffale sia in tavola, dai suoi stessi compatrioti per il costo più elevato del suo extravergine rispetto a quello di altre Nazioni, è riuscita a fare un po’ di scorta, anche grazie al tentativo costante di noi aziende italiane, di preservare e tutelare la “diversità” del nostro prodotto (oggettivamente diverso da quello spagnolo da supermercato).
Ma, come si sa: quando c’è domanda ma non c’è continuità nell’ offerta, i prezzi di quel poco aumentano. E non solo per speculazione.
A Luglio 2023, all’ingrosso (quindi al netto del necessario per confezionare una bottiglia di olio e farla arrivare in casa o al tavolo di un ristorante), l’extravergine di oliva italiano costa quasi € 10!
Cosa accadrà.
Che farà ora la GDO dopo aver illuso, in tutti questi anni, i suoi clienti che tutti gli oli fossero uguali e che non ci fosse differenza, se non il prezzo?
Che farà il ristoratore che non considera l’extravergine d’oliva un ingrediente da scegliere con dedizione, come gli ortaggi nell’orto o le materie prime più fresche?
La GDO dovrà probabilmente rivedere la propria relazione con i Clienti e le proprie politiche di prezzo (giocare sempre al ribasso non si è rivelata azione vincente); mentre alcuni ristoratori dovranno pur capire che un prodotto buono, che dura di più e meglio, è più conveniente di uno scadente.
Intanto, però, vi diciamo cosa sicuramente stiamo facendo noi.
Ebbene, gli operatori oleari sono costretti a gestire i prezzi sulla base degli scambi commerciali che si registrano alla c.d. “borsa internazionale dell’ olio” (lo dicevamo all’inizio: l’economia si basa su relazioni internazionali).
Le singole aziende italiane (Le Ferre tra queste) che han fatto scorta e gestito con oculatezza forniture e prezzi in tutta questa annata, riusciranno ad arrivare alla prossima produzione di Novembre 2023 continuando a garantire qualità e prodotto ai propri clienti, con solo lievi rincari dettati per lo più dai costi dei servizi.
Non poco, considerato che l’unica alternativa sarebbe il nulla.
P.S. L’opzione ripiego su prodotti che nulla hanno di paragonabile all’extravergine d’oliva non è contemplabile. A meno che per voi siano la stessa cosa rospo o principe, uovo pochè e una pochette, senza neanche scomodare Shakira per auto e orologi 😉
PP.SS. Come sarà la prossima campagna olearia?
Ne parleremo presto. Intanto vi suggeriamo le prime analisi di Olive Oil Times (Luglio 2023) https://it.oliveoiltimes.com/production/in-italy-olive-growers-see-signs-of-a-promising-harvest/121633
Fonti:
Teatro Naturale (Luglio 2023) https://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/editoriali/40168-la-tempesta-perfetta-sull-olio-extra-vergine-di-oliva.htm
Oilive Oil Times (Giugno 2023) https://it.oliveoiltimes.com/world/farmers-and-consumers-react-to-rising-olive-oil-prices/120554
(Maggio 2023) https://it.oliveoiltimes.com/business/climate-disasters-drive-prices-higher/120006
Coldiretti Settembre 2022 https://www.coldiretti.it/economia/prezzi-addio-a-1-bottiglia-di-olio-su-3-50-costi
HelpConsumatori-Assitol (Maggio 2023) https://www.helpconsumatori.it/acquisti/olio-extravergine-di-oliva-assitol-e-crisi-mercato-a-rischio/
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