E’ tempo di SALDI anche per l’olio. Conviene?

In molti negozi dei più noti e comuni marchi di G.D.O. è oggi possibile trovare “ammiccanti” offerte di oli extravergine d’oliva a prezzi ribassati, anche fino al 30- 50%. 

Se ve le siete perse, tranquilli: solitamente restano o tornano fino a Settembre.

Perché ne parliamo?
Perché sono una possibile “fr…tura”.

La spiegazione è semplice:

D. Quando si raccolgono le olive e si produce olio?
R. Tra fine ottobre e fine dicembre.

D. Qual è il termine preferibile di conservazione dell’ olio?
R. 18 mesi dall’imbottigliamento.

Quindi, facciamo un esempio: un olio che è stato prodotto a Dicembre 2019, mettiamo che venga imbottigliato il successivo Gennaio, avrà in etichetta l’indicazione “Da consumarsi preferibilmente entro Luglio 2021”.

Ora, andate nel Vostro supermarket preferito, allo scaffale degli oli in offerta e cercate in etichetta la data dopo Da consumarsi preferibilmente entro ….

Sorpresa!

Molti di quegli oli in offerta sono “vecchi”. Per questo è necessario “smaltirli”.

⇒ Attenzione: l’olio extravergine d’oliva (perché di questo stiamo parlando) non ha un termine di scadenza, ma uno di consumo preferibile.
Che significa? Che oltre quel termine può essere usato (al contrario di uno yogurt scaduto, per intenderci!!); probabilmente, però, non manterrà le sue caratteristiche, soprattutto organolettiche.
Dopo quel termine, se ben conservato, tenderà a “spegnersi”.
Se mal conservato, si altererà ma male non farà.

Morale: l’olio “a termine” non è un prodotto fresco.

La fragranza dei suoi sapori, la capacità di dare gusto e contributo a tavola o in cucina è ridotta.
E’ un po’ come acquistare un’auto: c’è differenza tra nuovo e usato! Entrambe Vi porteranno a spasso, ma le prestazioni non saranno le medesime.

Ebbene, ritornando al nostro olio, poche regole aiutano a fare un acquisto giusto (anche per le Vostre tasche):

In etichetta cercate queste tre cose:

1 – che sia OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (è il più naturale prodotto in bottiglia che la natura e l’opera umana possano offrirvi);
2 – che sia ITALIANO (non il nome del marchio, ma il prodotto. Costa un po’ di più, perché ha costi di produzione più alti rispetto a quelli di altri Paesi dell’Unione Europea o ExtraUE, ma i suoi profumi e sapori sono impareggiabili a confronto);
3 – che NON sia SCADUTO o in scadenza!

E’ vero, sarebbe il caso che la GDO riveda le sue logiche di proposta dell’olio extravergine d’oliva aiutando il consumatore, senza lasciarlo in balia di scaffali confusionari e ridondanti o, peggio, di furbesche trovate “svuota magazzino”.

Ma questa è un’altra storia.