Che stagione olearia sarà?
La stagione olearia 2022/23 è alle porte. Come sarà?
Difficile!
Non certo per la qualità, perché ogni produttore darà il suo meglio per garantirvi le proprietà che conoscete e apprezzate.
Ciò che preoccupa invece, ma già da Agosto, è la consapevolezza che la produzione sarà inferiore almeno del 30% rispetto allo scorso anno, con punte acclarate anche del 40%. Un dato che era già evidente in fase di fioritura, compromessa da un caldo anomalo, e che si è consolidato lungo tutta l’estate, davvero troppo secca, finanche per una pianta notoriamente tenace, anche alle alte temperature.
Tutto questo cosa comporterà?
Una minore quantità di prodotto da confezionare e vendere, e non solo per il mercato italiano perché la carenza di olio extravergine d’oliva caratterizzerà anche la stagione olearia spagnola, maggior produttore mondiale di oli da olive.
A tutto questo c’è da aggiungere il vertiginoso aumento dei costi energetici per l’alimentazione dei macchinari di raccolta, trasporto ed estrazione, ma anche dei prezzi delle materie prime degli imballi, a partire dal vetro per le bottiglie o la banda stagna per le lattine, i cui costi sono raddoppiati già da mesi.
Sempre che vetro, latte e carta tornino a diventare pienamente disponibili! Perché?
Vetro: la guerra in Ucraina ha privato molte vetrerie europee di alcune sabbie e materiali lì prodotti, indispensabili alla produzione del vetro; per non parlare del costo del gas che alimenta i forni di produzione, oramai insostenibili!
Lattine e cartoni: i ritardi accumulati durante lo stop dettato dalla pandemia non sono stati ancora completamente recuperati.
Ceramica: alcune aziende hanno spento i forni per procedere all’ennesima conversione energetica e così abbattere i costi delle bollette (e garantire produzione e posti di lavoro!).
L’aumento dei costi, quindi, sta avvenendo già in campo e inevitabilmente comporta rincari lungo tutta la filiera fino al prodotto finito.
Grava su tutti e non solo sul consumatore finale, e riguarda tutte le produzioni agricole.
Che fare allora, rinunciare all’olio extravergine d’oliva o a mangiare?! Assolutamente NO!
Anzi, è proprio in queste situazioni che vanno fatte scelte di qualità, perché
di un prodotto buono ne basta poco per ottenere il suo meglio.
L’olio extravergine d’oliva è un ingrediente. Completa e arricchisce le preparazioni. E soprattutto le più semplici, le caratterizza.
Ebbene, dato che gli extravergine d’oliva buoni hanno profumi e sapori spiccati, marcatamente evocativi di Madre Natura, basta davvero poco prodotto nella pietanza per ottenere il miglior risultato possibile.
Morale, un extravergine d’oliva di qualità fornisce 4 risultati in 1:
meno prodotto usato, più prodotto risparmiato, apporto calorico tutelato e gusto garantito.
Vi sembra poco!
P.S. E non dimenticate che ⬇️⬇️